Intervento con Pegaso 3 a Gallicano
Verso le ore 20 di domenica 19 aprile, l’elisoccorso Pegaso 3 con base
al Cinquale, è stato fatto atterrare al campo sportivo comunale Toti
di Gallicano.
La squadra della Misericordia del Barghigiano, con il supporto
dell’equipe dell’automedica di Barga e della centrale operativa 118 di
Lucca, in seguito ad un intervento alquanto delicato, hanno scelto
tale procedura per velocizzare il ricovero del paziente (D.A.
residente a Gallicano) in una struttura adeguata per ricevere le cure
necessarie.
Come spesso accade in queste occasioni, per mantenere in sicurezza la
zona circostante si è reso necessario anche la presenza di una
pattuglia di Carabinieri della compagnia di Castelnuovo di Garfagnana.
Quando la formazione al primo soccorso salva una vita
LA CREAZIONE DEL SOCCORRITORE
Dio stava creando il soccorritore, era al suo 6°giorno di lavoro straordinario ed ecco che un angelo apparve e disse:”ci stai mettendo bel po’ a fare questa creatura!!!”. Il Signore rispose: “hai letto i requisiti per farlo? Un soccorritore deve essere in grado di recuperare una persona ferita nell’oscurità, in un dirupo ricoperto d’erba umida, entrare in case in cui un’ispettore d’igiene nemmeno si permetterebbe di entrare, senza un filo fuori posto sulla divisa, deve essere in grado di sollevare tre volte il suo peso, strisciare dentro auto accartocciate dove è presente a malapena lo spazio per respirare, consolare un familiare disperato, mentre pratica manovre rianimatorie al suo caro, già sapendo che non respira più; deve essere al proprio massimo della condizione mentale in ogni momento, andando avanti a caffè, pasti consumati a metà e niente sonno; deve avere 6 paia di mani”. L’angelo scosse la testa e disse: “6 paia di mani? Non c’è modo di farcele stare!!!”. “Non sono le mani a dare a problemi” – rispose il Signore – “ma le 3 paia di occhi!”. “Tre paia sul modello standard” – chiese l’angelo. Il Signore annuì: “un paio per controllare la presenza di ferite, un’altro paio qui sui lati della testa per controllare la sicurezza dei colleghi, il terzo paio per guardare una vittima sanguinante dicendo: “tutto a posto, non si preoccupi”, pur sapendo il contrario.”Signore” – disse l’angelo con tono di voce che denotava ancora più rispetto – “ora devi riposare un po’ e continuerai domani”. “Non posso” – disse il Signore – “ho già un modello in grado di convincere un ubriaco di 120 kg ad uscire dall’auto senza provocare incidenti e collaborare con il personale di pronto soccorso che non sempre è molto gentile”. L’angelo girò lentamente intorno al soccorritore, poi chiese: “posso pensarci io?”. “Certo” – disse il Signore – “lo si deve rendere capace di indicare i sintomi di più di 100 malattie, deve sapere usare tutte le attrezzature, medicare ferite, continuare le rianimazioni cardiopolmonari, anche in condizioni ambientali che farebbero tremare qualsiasi persona, senza per questo perdere il buon umore; questo modello deve avere il controllo formidabile di se stesso: dovrà operare con traumatizzati gravi, convincere anziani spaventati a fidarsi di lui, confortare una famiglia ed infine leggere sul giornale solo che i soccorritori non hanno raggiunto in tempo una casa per evitare la morte di una persona”.
Una casa in una via senza cartello che indicasse il nome, senza numero civico e senza che il chiamante lasciasse un numero da ricontattare. Al termine l’angelo si piegò sul soccorritore e passò un dito sulla guancia: “c’è una perdita” – esclamò – “l’avevo detto che stavi mettendo troppe cose in questo modello!”. “Non è una perdita” – disse il Signore – “sono emozioni sepolte per le persone che ha tentato di salvare credendo di riuscire a fare la differenza tra la vita e la morte!”. “Sei un genio” – sussurrò l’angelo – il Signore lo guardò serio e disse: “non gliel’ho messo io…”.
TRATTA DAL WEB
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